Tra classicità e sperimentalismo, anche in questo scorcio di aprile il teatro catanese propone un repertorio di qualità.
Grande attesa, al Teatro Verga di Catania, per l’allestimento de "Il prezzo”, dramma di Arthur Miller prodotto dalla Compagnia Orsini, in cartellone dal 19 al 24 aprile- con Massimo Popolizio nel duplice ruolo di regista ed attore, Umberto Orsini, Alvia Reale, Elia Schilton-, ulteriore tappa di una lunga tournée iniziata lo scorso ottobre al Teatro Argentina di Roma, in occasione del centenario dalla nascita del drammaturgo statunitense.
Che si tratti di problemi sociali o di vita privata- asserì lo stesso Miller- il prezzo del ‘non detto’, la negazione della verità oggettiva dei fatti, per obbedire alle convenienze del momento, implica sempre pesanti ripercussioni. È quanto accade nell’opera ai due fratelli Victor e Walter, il cui appuntamento, dopo sedici anni di reciproca indifferenza, per valutare i mobili di famiglia da mettere all’asta, porterà alla luce amare recriminazioni, vecchi rancori mai sopiti e cattivi pensieri, coltivati per anni in segreto sotto le apparenze di una placida vita familiare: macerie morali non dissimili da quelle, anche materiali, vissute dalla società americana dopo la crisi del ’29, epoca in cui è ambientata la vicenda, e nel ’68, anno di composizione del testo, mentre si acuivano le atrocità della guerra statunitense in Vietnam.
Narrazioni sceniche capaci di colpire nel segno sono l’oggetto di tre lavori -tutti made in Sicily- di grande pregio: “Lei e lei”, scritto, diretto e interpretato dal messinese Giampiero Cicciò, con la compartecipazione, in qualità di attrice, di Federica De Cola, in scena al Piccolo Teatro di Catania dal 15 al 17 aprile; “Sabbie mobili”, riedizione, a cura del Teatro Stabile di Catania, di un dramma del catanese Domenico Trischitta, in programma al Teatro Musco dal 15 al 21 aprile, per la regia di Massimiliano Perrotta, con Guia Jelo, Fulvio D’Angelo, Raniela Ragonese, Roberta Andronico, Lorenza Denaro; e, dal 7 al 17 aprile, al Teatro del Canovaccio, un altro spettacolo sempre di grande attualità a più di trent’anni dalla sua composizione, “Cronica”, scritto, diretto e interpretato da due esponenti di rilievo nel panorama culturale catanese: Nino Romeo, in qualità di autore e regista, e Angelo Tosto, unico interprete sulla scena. L’argomento trattato in “Lei e lei” è l’incontro di due solitudini, un’attempata drag singer sul viale del tramonto e una giovane donna, giunta sulla strada dopo il fallimento come attrice: sullo sfondo di una gelida e luccicante Messina, nelle notti natalizie- quando gli uomini ‘dabbene’ festeggiano insieme ai propri cari- i due emarginati mettono a confronto le proprie vite, compiendo un percorso -fatto di dialoghi, musiche, improvvisazioni teatrali- che li condurrà a riscoprirsi migliori, non poi così lontani dal mondo alla luce del giorno.
“Sabbie mobili” presenta la storia di un talento spezzato sul nascere, quello dell’attrice acese Daniela Rocca, rivelazione degli anni ’50, precipitata dalle luci della ribalta all’ insuperabile gorgo dell’autodistruzione, cui rimanda, metaforicamente, il titolo del dramma. Esso allude pure ad una celebre scena del film di Pietro Germi “Divorzio all’italiana”, dove la Rocca spiccò per bravura nel ruolo della moglie indesiderata: un successo cui non seguirono adeguate riconferme, mentre la vita privata dell’attrice andava a rotoli, fino al dilagare della malattia mentale e alla prematura scomparsa in una casa di cura alle falde dell’Etna nel 1995.
La trama della pièce di Nino Romeo, “Cronica”, sembrerebbe piuttosto lineare: sette personaggi, interpretati dal medesimo attore, si succedono sul palco per riferire un episodio di cronaca nera -un matricidio- con il quale sono entrati in qualche modo in relazione, sotto altrettante e diverse prospettive. Questa semplice narrazione, volutamente caratterizzata sotto il profilo linguistico-lessicale, lascia però trasparire inquietanti dettagli sulla reale indole, non troppo benevola, né innocente, dei narratori, tra i quali emerge, per genuinità, solo il personaggio del barbone.
Altri appuntamenti da non perdere, quelli con due classici del teatro moderno e contemporaneo: “Rosmersholm” di Henrik Ibsen nella piccola sala del Teatro “L’Istrione” dal 15 al 17 aprile e, sempre nelle stesse date, al Teatro ABC, “Don Chisciotte” con Enrico Guarneri nel ruolo di protagonista, diretto da Guglielmo Ferro in questa riduzione teatrale del capolavoro di Cervantes. Nel dramma di Ibsen, un testo tradotto e interpretato per la prima volta in Italia dalla grande Eleonora Duse, l’irrompere della giovane Rebecca West, come dama di compagnia, nell’arida e stantia vita domestica della famiglia Rosmer, condurrà ad uno scontro dal tragico esito; tragicomico è, invece, l’effetto prodotto dalle sconclusionate avventure di Don Chisciotte, pazzo visionario o irriducibile idealista, secondo le varie interpretazioni del romanzo: un emblema della letteratura di tutti i tempi, l’opera di Cervantes è stata definita dai critici ‘postmoderna’ ante litteram, per i frequenti pastiche letterari e le molteplici sfaccettature interpretative cui essa si presta, senza peraltro mai approdare ad una lettura univoca della realtà, per tal motivo, quanto mai vicina al mondo teatrale.